Immaginate di essere immersi nel bosco, di essere da soli ed essere avvolti solamente dai rumori della natura: il cinguettio degli uccelli, il vento che muove le fronde degli alberi ed il delicato scorrere dell’acqua. Un luogo così esiste e si trova in provincia di Treviso, nel Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, sto parlando delle Sorgenti del Sile che vi invito a scoprire con un itinerario nel Bosco dei Fontanassi.
Contenuti del post:
Come raggiungere le Sorgenti del Sile
Il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile è stato istituito nel 1991 e tutela tutta l’area che costeggia le rive del Fiume Sile da Vedelago, dove nasce, alla Laguna di Venezia, dove sfocia. Si tratta di una superficie protetta di 4.152 ettari che si estende tra le province di Treviso, Padova e Venezia. Il Fiume Sile, infatti, con i suoi 70 km di lunghezza è il fiume di risorgiva più lungo d’Italia.
In occasione di una breve uscita domenicale siamo andati alla scoperta delle Sorgenti del Fiume Sile che si trovano a Vedelago, in provincia di Treviso, e più precisamente all’interno del Bosco dei Fontanassi.
Il parcheggio più vicino a questo luogo si trova in corrispondenza della Porta dell’Acqua che corrisponde al punto in cui si trova la falda da cui nasce il fiume Sile. Il parcheggio è gratuito ma non è molto grande.
Dati Tecnici
- difficoltà: facile
- lunghezza: 5,5 km
- tempo di percorrenza: 1h 20m
- quota: livello del mare
- dislivello: inesistente
Le Sorgenti del Sile itinerario nel Bosco dei Fontanassi
1° tappa: i Campi Chiusi
Una volta lasciata l’auto al parcheggio si deve costeggiare la strada principale per 400 metri, fino ad un bivio, dove si seguono poi le indicazioni per il Bosco dei Fontanassi. A questo punto si percorre un lungo viale alberato che costeggia dei prati delimitati da alcuni alberi, i cosiddetti Campi Chiusi, che conservano un’alta biodiversità arborea ed arbustiva. Sono così floridi proprio grazie all’abbondante quantità d’acqua presente nei canali perimetrali e grazie agli alberi che li proteggono dal vento.
2° tappa: il Fontanasso dea Cao Longa
Arrivati alla fine del viale un grande cartellone da il benvenuto al Gran Bosco dei Fontanassi dove si passeggia nel fitto bosco in parte su sentiero sterrato ed in parte su passerelle di legno. Dopo un centinaio di metri si arriva al Fontanasso dea Cao Longa, la più nota delle risorgive della Sorgente del Sile, che per la sua accessibilità è anche il più visitato.
Ma cosa sono i fontanassi?
Dovete sapere che tutta quest’area è interessata dal fenomeno idrogeologico della risorgenza delle acque. Si tratta del fenomeno che porta le acque presenti nella falda acquifera sotterranea a salire in superficie. L’acqua salendo in superficie smuove il limo presente sul terreno generando delle bollicine che in alcune zone formano delle vere e proprie pozze che in dialetto sono chiamate “fontanassi”. L’acqua all’interno delle pozze non supera mai i 2 metri, ha una temperatura che si aggira tra gli 8 e i 13°C ed è trasparente e povera di nutrienti perché viene continuamente rimescolata.
3° tappa: la Grande Quercia
A questo punto ci si lascia il Fontanasso dea Cao Longa alle spalle e si procede lungo il sentiero sterrato fino a raggiungere una radura dove si trova la Grande Quercia, una dei pochi esemplari sopravvissuti di quello che un tempo era un grande querceto.
La triste storia dei querceti veneti
I querceti veneti nella loro storia hanno subito diverse fasi di disboscamento e rimboschimento, una sorta di effetto yo-yo. I primi a tagliarli sono stati i Romani nel II secolo d.C. allo scopo di rendere il terreno più produttivo. Durante il periodo delle invasioni barbariche queste aree sono state abbandonate e le querce e i carpini si sono ripresi i terreni perduti fino a raggiungere, nell’anno Mille, il massimo della loro estensione.
Nei secoli successivi la nascita delle città e l’aumento della popolazione hanno portato ad un nuovo periodo di deforestazione, questo fino al periodo della dominazione della Repubblica di Venezia quando i querceti hanno ripreso nuovamente terreno. Il loro legname serviva ai veneziani sia per la costruzione delle navi che per la costruzione delle fondamenta delle case lagunari ed, inoltre, mantenevano l’assetto idrogeologico lagunare.
Ai Veneziani si succedono gli Austriaci e a loro dei querceti non importava nulla e così hanno effettuato un disboscamento intensivo riducendoli ben più della metà! Finalmente negli anni ’80 si è presa la decisione di tutelare il poco rimasto con l’istituzione di parchi naturali regionali.
4° tappa: la torbiera
Dalla Grande Quercia si prende una deviazione sulla sinistra, non è segnata da nessun cartello ma il sentiero battuto da l’input a seguire quella direzione. Pochi metri e si arriva ad una passerella in legno che termina all’interno di una casetta per avvistamenti. Questa postazione serve per l’avvistamento della torbiera antistante e dell’avifauna che la abita.
Si tratta di un mosaico di prati umidi e giuncheti che in maggio sono verdissimi ma nei momenti della fioritura dei giunchi (da giugno a settembre) sono spettacolari!
Ma cos’è la torba?
La torba è un particolare tipo di terreno di tipo organico. In sostanza si tratta di materiale vegetale morto che non riesce a decomporsi completamente a causa della mancanza di ossigeno. Questo tipo di situazione si verifica in presenza di terreni molto ricchi di acqua.
5° tappa: il Bosco del Prete
Torniamo indietro fino a raggiungere di nuovo la Grande Quercia e continuiamo poi la nostra passeggiata ad anello all’interno di quello che è chiamato il Bosco del Prete e che consiste in un piccolo bosco di farnie e carpini bianchi.
Le farnie sono alberi che appartengono alla stessa famiglia delle querce e possono raggiungere i 40 metri di altezza ed i 2 metri di diametro. Sono alberi dalla chioma ampia e sono molto longevi, un indizio fondamentale sulla loro età la può dare il tronco: se è grigio e liscio hanno sicuramente meno di 20 anni perché poi il tronco comincia a fessurarsi e a diventare bruno-nerastro.
Seguendo il circuito ad anello, anche se in alcuni punti non è così scontata la giusta via da prendere, si ritorna al Fontanasso dea Cao Longa e da lì, percorrendo a ritroso il sentiero fatto all’andata si ritorna al parcheggio.
Consigli per affrontare l’itinerario nel Bosco dei Fontanassi
- il sentiero è semplice ed è alla portata di tutti;
- meglio indossare calzature comode, anche scarpe da ginnastica, ma se ha piovuto di recente è meglio che siano in Goretex;
- il sentiero per l’80% della sua lunghezza si sviluppa all’ombra del bosco;
- Consigli per i cani:
- è un sentiero adatto a tutti;
- non ci sono punti di approvvigionamento acqua, ricordatevi di portare almeno 1 litro d’acqua per loro in una borraccia;
- se è una giornata calda fateli bere poco e spesso;
- a terra ci sono molti aghi di farnia (simili agli aghi di pino) che sono appiccicosi. Controllate attentamente le zampe ed il pelo del vostro cane e toglieteli. Pungono e potrebbero generare ferite e irritazioni!
E voi siete mai stati alle Sorgenti del Sile? Avete domande, volete raccontarmi la vostra esperienza o volete consigliarmi altre escursioni da fare in zona con il mio cane? Scrivete nei commenti o mandatemi una email, sarò contenta di rispondervi 😊!
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