Death Valley, un nome una garanzia, quando arriverete qui vi sembrerà di essere entrati in un forno! Ecco una breve guida per sapere cosa vedere e come sopravvivere nel parco più caldo degli USA!
Il Death Valley National Park è stato dichiarato parco nazionale nel 1994 e con i suoi 13.354 km2 è il parco più esteso degli USA. Come già accennato si tratta del parco più secco e caldo degli States qui, infatti, non piove quasi mai perché le perturbazioni che arrivano dal Pacifico scaricano sui rilievi che la precedono. Qui è stata registrata la temperatura più alta della Terra: 57°C!!
Contenuti del post:
Da dove viene il nome “Death”?
In questa valle sono vissuti per millenni gli indiani Timbisha Shoshone cacciati poi dalle loro terre dai pionieri. I primi europei arrivarono qui nel 1849 con una spedizione che non fu per nulla fortunata: i partecipanti morirono quasi tutti. Il nome Death Valley deriva da una frase dei sopravvissuti: “Grazie a Dio siamo usciti da questa Valle della Morte”.
Accesso al Death Valley National Park
A differenza degli altri parchi americani qui non c’è la stazione stabile dei ranger (probabilmente li trovereste arrostiti!) quindi l’ingresso si paga presso i Visitor Center:
- $ 30 costo per ogni veicolo con al massimo 4 persone a bordo;
- $ 80 costo della America the Beautiful la tessera che da accesso a tutti i parchi nazionali americani per 1 anno ad 1 veicolo con massimo 4 persone a bordo;
- questa è l’opzione che vi consiglio se avete in previsione di visitare più di due parchi nazionali durante il vostro viaggio.
Come organizzare la visita
Raccolta delle informazioni
Io per organizzare la visita all’interno del Death Valley National Park ho trovato utilissima la guida Lonely Planet “Stati Uniti. I grandi parchi nazionali” perché sono spiegate molto bene le tappe fondamentali della visita e anche le tempistiche e le difficoltà dei trekking.
E’ sempre utile consultare anche il sito ufficiale dove si possono trovare delle informazioni più dettagliate e quotidianamente aggiornate. In particolare vi consiglio di consultare il sito il giorno prima della vostra visita perché potrebbero esserci delle “alert” importanti da sapere.
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Spostamenti all’interno del parco
Nel parco non ci sono shuttle o altri mezzi messi a disposizione per i turisti, il parco si gira, quindi, in autonomia con mezzo proprio. Le strade sono tenute bene e sono tutte asfaltate quindi percorribili anche con una berlina.
Quando andare: temperature e clima
Il caldo nella Death Valley non è un fattore da sottovalutare, infatti, ovunque nel parco, troverete segnali di “pericolo di morte” che vi sconsigliano la lunga esposizione dopo le 10:00 di mattina.
Il caldo è secco: entra in gola ad ogni respiro e rende difficile ogni normale attività. La mattina presto e la sera si alza il vento e la sensazione è quella di avere un phon puntato contro! In queste condizioni il rischio di disidratazione è molto elevato!
Ovviamente la stagione più calda è l’estate ed è proprio in questi mesi che i rischi sono maggiori.
L’inverno è la stagione migliore per visitare questo parco perché le temperature sono accettabili in tutto l’arco della giornata ma, se come me, avete intenzione di fare un viaggio on the road nel sud ovest degli USA potreste dover rinunciare ad altri parchi causa neve e strade chiuse.
Il mio consiglio è quindi di scegliere le mezze stagioni ed in particolare i mesi di maggio-giugno o settembre-ottobre.
Noi ci siamo stati nella seconda metà di settembre. Nelle ore più “fresche” c’erano 27°C e nelle ore calde la temperatura era sui 35°C. Io sono abituata al caldo umido e afoso della pianura padana e quindi questo tipo di caldo l’ho trovato tutto sommato sopportabile.
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Accorgimenti generali per sopravvivere!
Gestione della visita
Il mio consiglio è di organizzare la visita all’interno del parco in due mezze giornate: arrivo nel parco nel tardo pomeriggio con vista di 1-2 punti panoramici, pernottamento vicino o dentro il parco, sveglia all’alba per vedere quello che resta.
Se volete fare un trekking, fatelo di prima mattina, appena dopo l’alba e organizzatevi di passare le ore calde (dopo le 10:00) seduti in auto spostandovi da un punto panoramico all’altro.
Gestione dell’auto
- avere sempre il serbatoio sotto controllo:
- i distributori sono pochi e le miglia tra una stazione di servizio e l’altra sono parecchie ma ad ogni distributore sono indicate le miglia del distributore successivo così potete regolarvi;
- controllare il buon funzionamento dell’auto: corretto funzionamento dell’aria condizionata, livello dell’olio, temperatura del motore, pressione delle gomme, etc…;
- in caso non funzionasse internet (molto probabile) organizzatevi con delle mappe off line o cartacee per riuscire ad orientarvi e non rimanere bloccati da qualche parte;
Regole di sopravvivenza
- fare abbondante scorta di acqua (e di ghiaccio se non la bevete a temperatura ambiente) nell’ultima stazione di servizio prima dell’ingresso nel parco;
- bevete almeno 4 litri di acqua al giorno per evitare la disidratazione;
- indossate sempre cappello e vestiti leggeri e traspiranti per evitare insolazioni, se necessario inumidite i vestiti per attenuare la sensazione di caldo;
- mettetevi la crema solare altrimenti vi scotterete!
- gli animali domestici:
- possono accedere solo al Visitor Center e nelle aree pavimentate;
- vi consiglio vivamente di non portarli, un clima del genere per gli animali domestici sarebbe insopportabile anche se stessero in auto tutto il tempo!
- gli animali selvatici:
- fate attenzione alla guida perché potreste trovare animali selvatici lungo il vostro cammino;
- non date da mangiare e non avvicinatevi agli animali selvatici perché potrebbero attaccarvi;
- non mettete le mani e i piedi dove non vedete perché potreste trovare scorpioni, ragni o serpenti a sonagli.
Cosa vedere: le Scenic Drive
Death Valley Scenic Byway
Corrisponde alla CA-190 ed è la strada panoramica che attraversa tutto il parco da ovest a est, noi siamo entrati da Panamint Springs, l’ingresso ovest del parco.
Se si arriva da Lone Pine, come abbiamo fatto noi, ci si lascia alle spalle la rigogliosa Sierra Nevada e si penetra in un paesaggio completamente diverso. Ci si trova a correre in mezzo ad una distesa di sabbia grigia punteggiata da bassi cespugli con le montagne che si vedono all’orizzonte.
Varcato l’ingresso del parco la strada comincia a salire con una serie di sinuosi tornanti, sulla Panamint Range e il panorama cambia ad ogni curva. La temperatura esterna a queste quote non supera mai i 22°C.
I colori delle rocce e del deserto che si vedono lungo questa strada sono spettacolari!
La Death Valley si è geologicamente formata 5 milioni di anni fa. All’epoca i corrugamenti della crosta terrestre hanno fatto sì che interi blocchi di roccia si siano prima inclinati e poi staccati dal corpo centrale. La valle nel corso dei millenni si è progressivamente abbassata (i geologi calcolano che tutt’ora è in fase di abbassamento con una media di 15 centimetri ogni 10 anni) e tutto attorno i rilievi si sono alzati fino a 3.300 metri s.l.m.
Dall’alto della Panamint Range si vede la depressione della Death Valley e durante la guida ci godiamo i continui cambiamenti cromatici sulle rocce desertiche mentre le ombre si fanno sempre più lunghe col passare delle ore.
Una volta scesi nella Death Valley, erano le 17:30, la temperatura esterna era di 38°C.
Questa strada panoramica è bellissima ma alla guida è decisamente pesante e in certi momenti sembra non finire mai. Google Maps aveva stimato come tempo di percorrenza 1 ora e mezza noi c’abbiamo messo 3 ore!!
La strada termina a Death Valley Junction, l’ingresso est del parco, in tutto si percorrono 140 chilometri.
Questa è stata la mia prima volta in un deserto e l’emozione che ho provato è stata strana: ti entra dentro, è difficile descriverlo perché non c’è nulla da descrivere ma il suo nulla ti riempie gli occhi e il cuore di emozioni.
Artist’s Drive
Si prende lungo la Badwater Road, poco dopo/prima del Badwater Basin e ci sono dei cartelli che ve la indicano.
E’ una stretta strada a senso unico ed è lunga circa 15 chilometri. Si snoda sinuosamente tra le rocce colorate dai pigmenti minerali e dalle ceneri vulcaniche.
Una strada che sorprende ad ogni curva ma il punto più spettacolare è sicuramente la Artist’s Palette che si trova più o meno a 3/4 del percorso.
Dante’s View Road
L’imbocco di questa strada panoramica a doppio senso è poco dopo Furnace Creek sulla la CA-190 in direzione est. E’ una strada lunga 21 chilometri che si inerpica sul crinale delle Black Mountains per morire nel parcheggio del Dante’s View. Per tornare sulla CA-190 si fa la stessa strada a ritroso.
Cosa vedere: i punti panoramici
Mesquite Flat Sand Dunes
Punto panoramico che da il suo massimo con le luci del tramonto. Si tratta delle dune più alte degli USA, una distesa di sabbia bianca che si è formata nel corso dei millenni. I venti che confluiscono in questo punto preciso hanno portato, e continuano a portare, granelli di frammenti di roccia erosa che poi vengono modellati in forme sempre diverse.
Zabriskie Point
Informatevi sull’ora dell’alba e cercate di arrivare qui mezz’ora prima. Dalla terrazza panoramica vi godrete uno spettacolo difficile da descrivere a parole.
Nella seconda metà di settembre la temperatura alle 5:30 di mattina era di 22°C e abbiamo dovuto tenerci la felpa per proteggerci dall’aria che era tutto sommato freddina. Noi non abbiamo trovato molta gente ma se venite qui in alta stagione e volete assicurarvi il posto in prima fila dovete prendervi in anticipo e arrivare sul posto almeno 1 ora prima dell’alba!
Quando arriverete qui il panorama vi sembrerà familiare questo perché compare sulla copertina dell’album “The Joshua Tree” degli U2 ed è stato set di numerosi film western tra cui il famoso “Zabriskie Point”.
Quando il sole comincia a sorgere vedrete le rocce davanti a voi, che sembrano un drappo arricciato, colorarsi di mille sfumature che cambiano ogni minuto che passa. Questo rimane sicuramente uno dei panorami più belli e struggenti visti durante il mio viaggio nel sud ovest degli USA!
Badwater Basin
Uno dei luoghi simbolo della Death Valley e il luogo più visitato del parco.
Si tratta della più grande distesa salina del nord America (500 km2) che si è formata a causa dell’evaporazione di un lago esistente tra i 2-4 mila anni fa. E’ anche il luogo più basso e torrido dell’America settentrionale. Siamo a -86 metri s.l.m. e, anche se ci sono solo 26°C, il caldo è opprimente e ad ogni respiro ti entra in gola.
Si cammina dapprima su una passerella di legno e poi direttamente sulla distesa salina. Il bianco è accecante perché riflette i raggi del sole e produce un effetto forno!
Questa distesa salina sembra disabitata e invece al suo interno si trovano batteri, alghe e piccolissimi pesciolini.
Artist’s Palette
Si trova lungo la Artist’s Drive e quello che si vede è una tavolozza di colori creata da Madre Natura. I colori sono dati dai metalli e dalle ceneri vulcaniche contenute nelle rocce: il ferro (rosso, rosa, giallo), la decomposizione della mica (verde) e il manganese (viola e porpora).
Dante’s View
Punto panoramico che si trova alla fine della Dante’s View Road, sulla cima di un crinale delle Black Mountains, situato a 1.669 metri s.l.m.. Il panorama spazia su tutta la Death Valley: dal bianchissimo Badwater Basin fino al Mt. Whitney. Da qui la percezione della vastità di questo parco è palpabile e lascia senza parole.
Escursione nella Death Valley: Golden Canyon Trail
Dati tecnici
- difficoltà: medio-facile
- punto di partenza/arrivo: parcheggio Golden Canyon
- lunghezza: 5 km
- tempo di percorrenza: 1h 30m
- dislivello: 100 metri
Il sentiero
Prendendo una deviazione lungo la Badwater Road si arriva al parcheggio del Golden Canyon. Noi siamo arrivati sul posto alle 7:30 del mattino e c’erano già 26°C!
Al punto di partenza del Golden Canyon Trail c’è un cartello che avverte sul pericolo di morte dopo le 10:00…. non sottovalutatelo che non è un’esagerazione!
Una volta prese le indicazioni per il Golden Canyon Trail ci ritroviamo subito a passeggiare in completa solitudine tra le alte pareti rocciose del canyon.
La passeggiata è semplice e senza particolari dislivelli ma quello che la rende difficile è la temperatura e il caldo secco che toglie il respiro!
Dopo circa 40 minuti di camminata scorgiamo in fondo al sentiero una formazione rocciosa rossa, unica di questo colore nel contesto del canyon, che prende il nome di Red Cathedral.
Qui finisce il nostro sentiero. Da questo momento si percorre la stessa strada a ritroso solo che adesso il sole è salito più alto in cielo e, mentre prima il canyon era in ombra, ora è parzialmente illuminato e i colori di queste rocce sono spettacolari!
Altra differenza rispetto all’andata è che adesso, nel senso di marcia opposto, cominciano ad arrivare diversi escursionisti. Ecco uno dei vantaggi dell’iniziare presto la giornata… avere tutto il canyon per se, non ha prezzo!
Consigli per affrontare l’escursione
- percorrete questo sentiero di prima mattina, come consigliato dallo stesso parco, prima delle 10:00, questo sia per evitare il caldo sia per evitare il clou dei turisti che arrivano generalmente dopo le 8:30;
- indossate calzature da trekking, vi proteggeranno da eventuali slogature (il terreno è comunque dissestato) e anche da eventuali animaletti sul cammino, io utilizzo quelle di Salomon;
- indossare cappello, occhiali da sole e mettersi la crema solare per evitare insolazioni e scottature;
- seguite le indicazioni e non lasciate mai il sentiero;
- portatevi almeno 1,5 litri di acqua perché lungo il sentiero non ci sono fontanelle;
- se avete bambini potete tranquillamente portarli (stando ovviamente attenti al caldo) ne ho visti parecchi;
- se avete cani dovete lasciarli in auto/camper perché non possono percorrere il sentiero, ma sinceramente soffrirebbero tantissimo perché a mio parere questo non è assolutamente un parco adatto ai vostri amici a 4 zampe!
Dove dormire vicino al parco
All’interno del parco è possibile fare campeggio o parcheggiare il proprio camper nelle apposite aree di sosta che vanno prenotate mesi prima oppure ci sono due lodge dai prezzi non proprio economici.
Io ho scelto di pernottare ad Amargosa Valley, nello stato del Nevada, a pochi chilometri dall’ingresso est del parco. La scelta più economica è stata il Longstreet Inn Casino & RV Resort, un hotel con casinò e ristorante annesso. Se non siete già stati a Las Vegas qui avrete il primo “assaggio” dell’aria trasgressiva del Nevada!
E voi siete mai stati al Death Valley National Park? Avete domande o volete raccontarmi la vostra esperienza? Scrivete nei commenti oppure mandatemi una email, sarò contenta di rispondervi 😊!
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La Death Valley va vista e l’alba a Zabriskie Point, hai proprio ragione, è un’esperienza che non dimenticherò mai!
Posti che rimangono nel cuore 🥰