L’Eggental, una profonda valle scavata nel porfido dalle tumultuose acque del torrente Ega, si trova in provincia di Bolzano e confina con la Val di Fassa. Si tratta di un’area ancora ampiamente incontaminata, ricca di boschi, prati e verdi altopiani sovrastati da alcune delle vette più famose delle Dolomiti: il Catinaccio e il Latemar. Il Giro dei Masi da Nova Levante è uno dei sentieri più belli da fare nel cuore dell’Eggental. Un’escursione relativamente facile, adatta anche ai nostri amici a 4 zampe, immersa nel fresco del bosco e con delle vedute mozzafiato sulle vette circostanti.
Contenuti del post:
Come raggiungere Nova Levante
Se arrivate in auto il casello autostradale più vicino a Nova Levante è quello di Bolzano Nord e da qui basta seguire le indicazioni per quello che è il capoluogo della Val d’Ega. In 25 minuti, percorrendo la strada che collega la Val d’Isarco alla Val di Fassa, sarete arrivati a destinazione.
Il sentiero inizia nei pressi della Funivia Carezza Dolomites e proprio qui si trova un grande parcheggio dove lasciare l’auto. In bassa stagione è gratuito, noi, ad esempio, ai primi di giugno non abbiamo pagato nulla.
Dati tecnici
- difficoltà: medio-facile
- punto di partenza: Parcheggio Funivia Carezza Dolomites
- punto di arrivo: Parcheggio Funivia Carezza Dolomites
- GIRO AD ANELLO
- lunghezza: 8 km
- tempo di percorrenza: 2h 40m
- quota: dai 1.180 ai 1.573 mt. s.l.m.
- dislivello: 425 mt.
Giro dei Masi da Nova Levante
L’escursione ha inizio dal parcheggio della Funivia Carezza Dolomites (1.182 metri s.l.m.) e da qui, una volta attraversata la strada, si costeggia il torrente Laurin per un centinaio di metri fino ad arrivare al bivio dove si prendono le indicazioni per il Sentiero 4A.
Il sentiero si sviluppa su strada asfaltata, una strada che è aperta anche al transito dei mezzi autorizzati diretti ai masi che si trovano lungo il tragitto. Per questo motivo è meglio camminare a bordo strada e tenere i cani legati al guinzaglio.
La salita è abbastanza tosta ma alla portata di tutti. Se vi sentite affaticati concedetevi delle pause di tanto in tanto per spezzare la tratta. La fortuna è che tutto il tragitto è immerso nel bosco di abeti e quindi si cammina sempre all’ombra e la temperatura, soprattutto la mattina, non è mai eccessivamente elevata.
Dopo circa 2 chilometri troviamo una fontanella e ne approfittiamo per far bere Scott e per riempire anche le nostre borracce. Arrivati ad un altro bivio seguiamo ancora le indicazioni per il Sentiero 4A e, andando alla nostra sinistra, continuiamo a salire sempre su strada asfaltata. Lungo il tragitto incrociamo alcune mucche al pascolo. In questi casi è bene tenere i cani al guinzaglio e stare attenti che non vadano a disturbarle.
Si arriva così al punto più alto del sentiero e ci si trova di fronte ad una vista che spazia su tutta la valle sottostante. Vedere ancora tangibili i danni lasciati da Vaia ormai 3 anni fa lascia abbastanza turbati. La Tempesta Vaia fu un vero e proprio uragano. I caldi venti di scirocco soffiarono fino a 200 km/h e tra il 26 e il 30 ottobre 2018 flagellarono tutta l’area alpina del Nord-est. Si stima che vennero distrutti 42.500 ettari di foreste e furono abbattuti oltre 9 milioni di m3 di legname.
Arrivati nei pressi della prima malga del percorso, più o meno a quota 1.500 metri s.l.m., troviamo una vasta distesa erbosa ricoperta di colorati fiorellini di campo. Scott, ovviamente, non perde l’occasione per sdraiarsi e noi facciamo altrettanto concedendoci qualche minuto di relax godendoci il panorama che ci circonda.
Raggiunta Malga Hagner Alm prendiamo la deviazione sul Sentiero 1 e finalmente, per circa 1 chilometro, camminiamo su terreno pianeggiante!
Dopo 1 ora e 40 minuti dall’inizio della nostra escursione arriviamo a Maso Schiller Hof a 1.555 metri s.l.m. E’ l’ora di pranzo e così decidiamo di fermarci qui a mangiar qualcosa accarezzati dalla fresca aria di montagna e con una vista spettacolare sul Gruppo del Catinaccio e sul Latemar che, facendo parte delle Dolomiti, dal 2009 sono patrimonio UNESCO.
L’orogenesi delle Dolomiti è cominciata 250 milioni di anni fa quando si è formato il piastrone porfirico atesino che con i suoi 4000 km2 è la più grande formazione di porfidi quarziferi del mondo e la più grande area di roccia magmatica effusiva delle Alpi. Sprofondato sotto le acque del Tetide e ricoperto di detriti di vario tipo è stato poi sollevato della collisione della placca africana con quella euroasiatica. L’erosione degli agenti atmosferici ha poi dato forma alle irte torri e guglie che oggi sfiorano 3000 metri.
Dopo pranzo riprendiamo la nostra escursione e seguiamo il Sentiero 1 dalla parte opposta rispetto a dove siamo arrivati. Su questo versante i danni lasciati dalla Tempesta Vaia sono ancor più impressionanti di quelli già visti in precedenza!
Questa tratta è pressoché pianeggiante e si cammina in mezzo ad una sorta di cimitero di abeti: tronchi accatastati, mozziconi di alberi che spuntano dai verdi pascoli e poi, ancora, tronchi ribaltati con le radici all’aria e accasciati in disordine sul versante del monte.
Ad un bivio prendiamo il Sentiero 5 e cominciamo la discesa su una forestale sterrata. Il percorso non presenta particolari difficoltà ma bisogna fare attenzione a qualche masso che esce dal terreno e a qualche tronco che interrompe parzialmente il passaggio.
Arriviamo senza troppe soste alla Fossa del Lupo (1.506 metri s.l.m.) il luogo in cui sono stati gettati gli ultimi 18 esemplari di lupo. Ma perché i lupi sono stati decimati? Un tempo si credeva che nei boschi tra Nova Levante e Bewallerhof vivesse il lupo mannaro del Bewall e così molti paesani si armarono e cominciarono a cacciare i lupi, questo fino al periodo napoleonico quando le armi furono bandite. I branchi di lupi si ripopolarono ma con la caduta di Napoleone i contadini ripresero in mano i fucili e li decimarono nuovamente. Adesso i lupi sono stati reintrodotti nei boschi del Latemar per ristabilire l’equilibrio dell’ecosistema.
Continuiamo la nostra discesa scendendo a serpentina lungo il crinale del monte, è una passeggiata molto piacevole e per la maggior parte all’ombra del bosco di abeti rossi che ci riparano dal sole.
Quando ormai manca poco per concludere la nostra passeggiata ad anello, appare sotto di noi il piccolo abitato di Nova Levante, un agglomerato di case circondato dal verde dei boschi e sorvegliato dalle pareti delle Dolomiti.
Il sentiero termina alla Cappella Votiva Lengeria e da qui raggiungiamo poi la nostra auto. Da quando siamo ripartiti da Maso Schiller Hof è trascorsa 1 ora e 15 minuti.
Consigli per l’escursione Giro dei Masi da Nova Levante
- indossate calzature da trekking in Goretex e con suola Contagrip perché danno una maggior aderenza al terreno, io mi trovo benissimo con quelle di Salomon;
- portatevi un kway, in montagna la pioggia è sempre in agguato!
- vestitevi a cipolla con abbigliamento tecnico e traspirante;
- portatevi almeno 1 litro d’acqua in una borraccia che poi potrete riempire alle fontanelle di acqua potabile che si trovano lungo il tragitto.
Consigli per i cani
- portategli almeno 1 litro di acqua in una borraccia con beverino, poi si potrà riempire alle due fontanelle che si trovano lungo il percorso: una in salita e un’altra alla Fossa del Lupo;
- percorso adatto a cani allenati perché il sentiero è relativamente lungo e la salita costante in andata non è da sottovalutare;
- sconsigliato ai cani cuccioli perché andrebbero ad affaticare troppo le giovani articolazioni;
- il sentiero è per il 75% all’ombra del bosco di abeti ma, se le temperature sono elevate, c’è comunque da fare attenzione ai possibili colpi di calore.
Dove mangiare lungo il Giro dei Masi da Nova Levante
Il mio consiglio è di fermarvi al Maso Schiller Hof che generalmente è aperto da maggio a ottobre. Se venite nel periodo di bassa stagione non serve la prenotazione altrimenti vi consiglio di riservare il vostro tavolo, il numero di telefono lo trovate sul loro sito ufficiale. Nel menù si trovano i piatti della tradizione trentina e si pranza con una vista spettacolare sul Catinaccio e sul Latemar. I prezzi sono in linea con quelli di altri rifugi si montagna.
E voi siete mai stati in Eggental? Avete domande, volete raccontarmi la vostra esperienza oppure volete consigliarmi altre escursioni in zona da poter fare con Scott? Scrivete nei commenti oppure mandatemi una email, sarò contenta di rispondervi 😊!
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Seguendo le vostre indicazioni abbiamo fatto esattamente lo stesso giro proprio oggi! Andando in su ci sono aperti paesaggi innevati a dir poco meravigliosi, soprattutto quando siamo arrivati alla prima malga (ora chiusa). Abbiamo mangiato le delizie dello Shiller e il sentiero di ritorno è stato tutto sulla neve, ma assolutamente fattibile con i ramponcini.
Una passeggiata stupenda, coronata da un meteo fortunato, con tanto sole all’ora di pranzo, e una mangiata indimenticabile!!!!
Che bello dev’essere stato 😍! Son contenta che le nostre indicazioni ti siano state utili.