A solo un’ora di viaggio da Hiroshima esiste un’isola considerata sacra dove per tradizione “non si nasce e non si muore”. Tra le tante cose che si possono vedere a Miyajima in un giorno ci sono sicuramente alcuni dei templi più sacri di tutto il Giappone ma anche un vivace centro storico.
Contenuti del post:
Come raggiungere Miyajima
L’isola di Miyajima si trova a meno di un’ora di viaggio dal centro di Hiroshima e di conseguenza la si può visitare tranquillamente in giornata. Se volete un’esperienza più autentica, invece, vi consiglio di trascorrere una notte a Miyajima così da poterla vivere in maniera più intima e, dopo le 17.00, senza la ressa di turisti che la affollano ogni giorno.
Dalla Stazione di Hiroshima prendete il treno locale San-yo Line che in 30 minuti vi porterà alla Stazione Miyajimaguchi. Da qui partono i traghetti diretti a Miyajima che coprono la traversata in circa 7 minuti.
Dei treni San-yo Line ci sono corse ogni 15 minuti circa e costano ¥ 420 a tratta (circa € 2,40). I traghetti per Miyajima salpano ogni 15 minuti e costano ¥ 400 a/r (circa € 2,30) ma cliccando qui potete consultare gli orari e i prezzi aggiornati! Entrambi i mezzi si pagano utilizzando la SUICA.
Sia la San-yo Line che il traghetto per Miyajima fanno parte della rete JR di conseguenza se avete deciso di acquistare il Japan Rail Pass queste tratte sono incluse. Se volete acquistare il vostro Japan Rail Pass cliccate qui 😉!
L‘ingresso all’isola di Miyajima ha un costo di ¥ 100 a persona. E’ una tassa introdotta nell’ottobre 2023 per contribuire alla “conservazione ambientale e alla promozione del turismo sostenibile sull’isola”. Se pagate il traghetto con la SUICA questo importo vi verrà automaticamente addebitato assieme al costo del biglietto. Qualora abbiate il Japan Rail Pass la tassa la pagherete a parte, in contanti o con la SUICA, alla biglietteria del traghetto.
Se preferite visitare le meraviglie di Miyajima e di Hiroshima tutte nello stesso giorno e accompagnati da una guida cliccate qui!

Miyajima l’isola sacra dove non si nasce e non si muore
L’isola di Miyajima è un‘isola sacra, l’isola dove “non si nasce e non si muore”, una tradizione che deriva dallo shintoismo giapponese. La nascita e la morte sono considerati due eventi della vita che inquinano dal punto di vista spirituale i luoghi in cui avvengono. Siccome tutta l’isola di Miyajima è sacra e non va “inquinata” è di conseguenza vietato nascere e morire. Secondo questa antica tradizione (tutt’ora vigente) le persone ammalate e le donne prossime al parto vengono trasferite sulla terraferma anche perché sull’isola non ci sono ospedali e, ovviamente, nemmeno cimiteri.
Proprio per il suo altissimo valore spirituale Miyajima è una meta di pellegrinaggio e ogni anno migliaia di giapponesi la visitano per questo motivo.
Cosa vedere in un giorno
Il mio consiglio è di arrivare a Miyajima di primo mattino. La maggior parte dei turisti arrivano con i traghetti delle 09:00, se arriverete prima di loro (il primo traghetto parte alle 06:25) riuscirete a visitare alcuni templi molto più tranquillamente 😉.
Quando scendete dal traghetto sarete accolti da alcuni cerbiatti sonnolenti stesi sotto agli alberi nei pressi del molo o del grande torii in legno che segna l’ingresso all’isola sacra. Non abbiate paura di loro, sono tendenzialmente docili e sono abituati all’uomo. Evitate di avvicinarvi per accarezzarli e soprattutto evitate di mostrare loro del cibo perché sono voraci e potrebbero mordervi per strapparvelo dalle mani!
Il Tempio Itsukushima-jinja
Questo è il primo tempio dell’isola ad aprire i portoni a fedeli e turisti. E’ anche il tempio più famoso e visitato di Miyajima e visitarlo con le prime luci del mattino e in una quasi totale solitudine sarà un’esperienza che ripagherà la levataccia 😉!
Informazioni generali
- Ingresso a pagamento: ¥ 300 (circa € 1,75) solo tempio, ¥ 500 (circa € 2,90) combinato tempio + sala del tesoro;
- Orari: apertura 06:30 tutto l’anno mentre la chiusura varia a seconda della stagione 17:00 (dicembre), 18:00 (marzo-ottobre), 17:30 (i restanti mesi);
- Sito ufficiale: cliccate qui per consultare prezzi e orari aggiornati!
Il grande torii rosso
L’Itsukushima-jinja è un tempio shintoista ed è famoso per il suo grande torii in legno di canfora laccato di rosso che sembra galleggiare sul mare. Alto 16 metri e con la circonferenza dei piloni di 10 metri è uno dei torii più grandi del Giappone. Lo vedrete fin da subito, durante la traversata in traghetto, e un tempo segnava l’ingresso al Tempio Itsukushima-jinja per chi arrivava dal mare. Durante la bassa marea è possibile raggiungerlo a piedi e passarci sotto. Proprio per questo motivo è soprannominato “il Mont-Saint-Michel del Giappone”.
Attenzione: se volete la foto sul pontile esattamente di fronte al grande torii rosso sul mare preparatevi a fare un po’ di coda soprattutto se arrivate dopo le 10:00 quando c’è il pienone dei gruppi organizzati!

La visita al tempio
L’Itsukushima-jinja è stato costruito su un santuario del VI secolo ed è dedicato alle divinità del mare, ma l’architettura odierna è quella del 1168. Varcato l’ingresso l’impressione è quella di camminare su un pontile che si protende sul mare con i piloni in legno laccati di rosso dove sono appese delle lanterne e le pareti intonacate di bianco. Il porticato è lungo 280 metri e le costruzioni che compongono il complesso templare sono venti.
Durante la visita gli scorci sul mare, sulla collina retrostante e sul tempio stesso si susseguono numerosi e sono uno più bello dell’altro. Superati i vari altari e le rastrelliere dove i fedeli legano i bigliettini della preghiera arriverete all’uscita.
Curiosità: che ci fanno i barili di saké, i kazaridaru, nel tempio? I barili sono vuoti e decorativi e, siccome il sakè è considerato la bevanda sacra per celebrare gli dèi, i produttori li donano al tempio per ottenere benedizioni e prosperità nei loro affari.
Il Tempio Senjo-kaku e la Pagoda Taho-to
Una volta visitato l’Itsukushima-jinja salite sulla collina alle sue spalle dove, alla fine di una scalinata nel bosco, troverete questi due edifici.
Informazioni utili
- Ingresso a pagamento: ¥ 100 (circa € 0,60);
- Orario: 08.30-16:30 tutti i giorni, tutto l’anno.
La visita al Tempio Senjo-kaku
Nel Tempio Senjō-kaku si entra scalzi, l’edificio si trova in cima ad una collina ed è un enorme padiglione costruito interamente in legno. Non ha pareti, è aperto e lascia intravedere gli alberi del boschetto all’esterno. È stato eretto nel 1587 dal signore della guerra Toyotomi Hideyoshi per commemorare i soldati caduti in guerra.
Senjō-kaku significa “Sala dai Mille Tatami” e infatti a terra se ne contano più di ottocento. Ma ciò che vi lascerà senza parole non sono i massicci pilastri in legno o le travi del soffitto, sono i pannelli dipinti che lo decorano. Incredibilmente sopravvissuti alle intemperie sono di una raffinatezza estrema.
Noi siamo arrivati all’orario di apertura ed eravamo soli ed il silenzio era interrotto solo dal cinguettio degli uccelli. Che pace!
Consiglio: se venite a fine novembre troverete il bosco in pieno foliage e sarà un tripudio di chiome rosse e oro, inoltre, i cieli sono quasi sempre tersi e lo spettacolo è assicurato.

La Pagoda Taho-to
Esattamente di fronte all’ingresso del Tempio Senjō-kaku si trova la Pagoda Taho-to, una pagoda a cinque piani alta 28 metri che domina il paesaggio dell’isola. La struttura in legno rosso che sostiene le pareti intonacate di bianco è stata costruita nel 1407 e ha la particolarità di avere il pilone centrale che non arriva fino in alto ma si ferma al secondo piano.
Daishō-in
Lasciato il Tempio Senjō-kaku dirigetevi verso il Daisho-in, il tempio buddista più antico dell’isola, percorrendo un sentiero nel cuore del bosco che da il meglio di sé durante il foliage.
Informazioni utili
- Ingresso gratuito;
- Orario: 8:00 – 17:00 tutti i giorni, tutto l’anno.
Il tempio principale
Una scala immersa nel bosco vi farà arrivare ad un monumentale portale in legno, la Porta Niomon, ma per raggiungere il complesso templare Daisho-in dovrete salire ancora qualche gradino.
Si passeggia tra piccoli altarini e strutture a forma di pagoda, ognuna dedicata ad una divinità differente e ognuna ha di fronte all’ingresso un grande catino di metallo con della cenere all’interno. I fedeli accendono i bastoncini di incenso e dopo una breve preghiera li piantano nella cenere e li lasciano a finire di consumarsi.
Lasciando il viale principale, alla destra, troverete una scala, sul corrimano ci sono i rotoli metallici con i sutra buddhisti. Si dice che farli ruotare con una sola mano abbia lo stesso significato di recitarli e che porti fortuna. Alla fine della scala c’è l’ennesimo altare con all’interno un grande tamburo pronto ad essere suonato da uno dei monaci.
Attenzione: all’interno dei templi è vietato fare fotografie e video. Molto spesso non troverete nessuno a controllare ma in segno di rispetto verso un luogo religioso rispettate il divieto.

Il Gokurakukannon
Tornando sul vialetto principale e salendo ancora sul versante della collina arriverete al Gokurakukannon, uno dei templi più grandi del complesso. All’esterno c’è una rastrelliera dove i fedeli annodano i foglietti di preghiera e delle statue di Buddha adorne di offerte floreali e bastoncini di incenso che bruciano lentamente all’interno delle ciotole poste ai loro piedi.
Subito dopo noterete un simpatico viale affiancato da centinaia di Rakan (sono 500!) ovvero statuette di pietra di varie misure raffiguranti dei monaci con in testa delle cuffie di lana, la maggior parte sono rosse ma ce ne sono anche di altri colori. Attorno alle statuette, tra le loro braccia o in apposite ciotoline di metallo poste tra di loro, i fedeli lasciano monetine di piccolo taglio in segno di offerta.
La Henjokutsu
Lasciato il lunghissimo viale di statue riprendete il viale centrale. Vi accorgerete che vi state sempre più addentrando nel bosco ma il vento che ne muove le fronde e gli uccellini che cinguettano infondono un profondo senso di pace e tranquillità.
Arriverete così al punto più alto del complesso templare: la Henjokutsu. Si tratta di una grotta con il soffitto pieno di lanterne che emanano una calda e fioca luce gialla che illumina i ripiani che costruiscono una sorta di percorso a serpentina dove sono appoggiate delle statue. Le statue sono in tutto 88 e rappresentano i templi che si trovano lungo il Pellegrinaggio di Shikoku. Fare il percorso completo intorno alla grotta vuol dire simbolicamente percorrere il pellegrinaggio completo. Si cammina in silenzio e si ascolta il disco che recita i sutra buddhisti scanditi dal suono di tamburi e campanelle.

Una volta usciti andiamo a vedere sul lato del tempio il settore dove i fedeli lasciano gli amuleti. Ci sono una serie infinita di statuette di Buddha in metallo brunito e poi, legati con un nastrino rosso ad una rastrelliera, dei dischi di legno riportanti il disegno del tempio e sul retro le preghiere scritte dai fedeli. Sono tantissimi!!!!
A questo punto potete tornare indietro, come abbiamo fatto noi, o proseguire ancora lungo il sentiero che in 90 minuti circa porta alla cima del Monte Misen, la vetta più alta dell’isola.
Attenzione: durante la vostra visita vedrete alcuni monaci muoversi tra gli spazi esterni: hanno il capo rasato e indossano una casacca bianca con gonna tinta ocra, calzini bianchi ed infradito. In segno di rispetto non vanno filmati o fotografati. Se capita per sbaglio non succede nulla ma l’importante è non farlo intenzionalmente.
Il parco Momiji-doni-koen
Una volta scesi dalla collina fermatevi al parco Momiji-doni-koen. E’ un grande parco pubblico che, come suggerisce il nome, è pieno di aceri che alla fine di novembre hanno le chiome che si tingono di rosso e arancio. Fate come i giapponesi: passeggiate con calma tra i sentieri del parco e contemplate la natura che vi circonda. Soffermatevi sui ponticelli che attraversano il ruscello e che creano degli scorci altamente fotogenici. Non è raro trovare anche alcuni cervi e delle grosse carpe koi sguazzare nelle pozze d’acqua.
Gli aceri sono concentrati nella parte iniziale del parco, quella che durante il Momiji autunnale è più affollata, mano a mano che ci si addentra verso l’interno la vegetazione cambia e i colori autunnali degli aceri lasciano il posto a dei sempreverdi.

Omotesandō, la via dello shopping
Omotesandō è l’affollata via dello shopping di Miyajima. Si passeggia tra negozi di alimentari e souvenir tipici, tra negozietti con oggetti artigianali e fabbriche a vista che sfornano pasticcini a forma di foglia d’acero. Ma anche tanti negozi che vendono souvenir dozzinali come bamboline della fortuna, maneki neko, calamite, magliette, gadget per zaini e cellulari e cartoline.
Cosa mangiare a Miyajima
A Miyajima all’ora di pranzo la fanno da padrone le bancarelle di street food! Troverete soprattutto grigliate di Yakitori, gli spiedini di carne di pollo o di manzo, e le Takoyaki, delle succulente polpette di polpo. Ma Miyajima, come Hiroshima, è famosa anche per la freschezza delle sue ostriche e si trovano bancarelle che le vendo per strada.
Il dolce tipico, invece, lo trovate allo storico Hakataya Miyajima Japan: il Momiji-manjū. Sono dei dolcetti a forma di foglia d’acero fatti di un impasto simile al pan di Spagna che sono ripieni alla marmellata di fagioli rossi. Questo negozio, con produzione a vista, è il posto migliore in cui comprarli 😋. I dolcetti vengono venduti sia insacchettati singolarmente sia in confezioni da 8 pezzi e, anche se i tradizionali sono con la marmellata di fagioli rossi, esistono anche ripieni alla crema al limone, al te verde e al cioccolato.
Se avete domande non esitate a lasciare un commento o a scrivermi un’email 😊!
Se, invece, volete il mio aiuto di Travel Designer per organizzare il vostro prossimo viaggio in Giappone cliccate qui e scegliete il servizio più adatto a voi 😉!
Cercate ispirazione per un viaggio? Andate a curiosare tra i nostri Viaggi!
Vi potrebbe interessare: